Mappatura dei Nei

Non tutti i nei sono innocui. Diagnosi e prevenzione del melanoma attraverso l’ABCDE e la dermoscopia.

La prevenzione del melanoma

Cos'è un melanoma? 

Il melanoma è un tumore maligno della pelle o delle mucose. Può insorgere su un nevo preesistente o svilupparsi sulla cute sana.

Cos'è un neo? 

Il neo (o nevo) è un'anomalia della cute generalmente di colore scuro. Può essere rilevato o piano,comparire nel corso degli anni o essere già presente alla nascita.  Negli ultimi anni il numero dei melanomi è in costante aumento. La cura definitiva di questa grave patologia è possibile con un semplice atto chirurgico, sopratutto se il riconoscimento avviene nelle fasi più precoci.

L'osservazione da parte del paziente delle lesioni pigmentate ed un controllo annuale da parte dello specialista dermatologo, rappresentano gli strumenti più efficaci per la prevenzione nei confronti del melanoma.

Chi sono i soggetti a rischio? 

Un controllo periodico annuale rappresenta il miglior atto preventivo nei confronti di questa temibile patologia. La prevenzione riguarda ogni persona ma alcuni soggetti dovrebbero essere seguiti con maggiore attenzione. In particolare sono considerati a maggior rischio le persone con le seguenti caratteristiche: 

  • Presenza in famiglia di uno o più casi di melanoma 
  • Pregresso melanoma nel paziente esaminato 
  • Presenza di numerosi nevi di forma e colore diverso nello stesso soggetto 
  • Presenza di nevi congeniti di grandi dimensioni (diametro superiore ad un centimetro) 
  • Ripetute scottature solari subite in età pediatrica o nell'adolescenza. 

False credenze e miti sui nevi

Non è vero che traumi e ferite trasformano il nevo in tumore: anche se sottoposti a traumi accidentali o ripetuti (tagli da rasoio, sfregamenti da cintura od altro) i nevi non sono passibili di trasformazione tumorale.  Non è vero che i nevi non vanno toccati in alcun modo ("lascia stare il cane che dorme"). Un in intervento chirurgico di asportazione non rappresenta un pericolo per la vita della persona; anzi permette la valutazione istologica che conferma l'eventuale benignità della lesione asportata. 

Come controllare un nevo? 

Esaminare i propri nevi grazie al conforto ed all'aiuto del dermatologo risulta un atto semplice. Per un corretto autoesame è sufficiente ricordare le prime cinque lettere dell'alfabeto: A B C D E 

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  • A come Assimetria: la forma irregolare, con una metà della lesione diversa dall'altra, depone per un nevo atipico 
  • B come Bordi: in caso di bordi frastagliati e irregolari la lesione deve essere valutata da uno specialista. 
  • C come Colore: Un colore molto scuro o non uniforme o qualunque modifica cromatica anche minima rende necessario il monitoraggio del nevo 
  • D come Dimensioni: Un nevo di diametro superiore a 6 millimetri o che sia aumentato di dimensioni negli ultimi mesi rende opportuna e consigliabile una visita. 
  • E come Evoluzione, Emorragia, Elevazione: In caso di modificazione dell'aspetto iniziale di un nevo, di un sanguinamento spontaneo senza traumi o di una elevazione dello stesso, anche se parziale, è consigliabile la valutazione da parte del medico specialista. 
 
 

L'autoesame periodico dei nevi, rappresenta uno degli strumenti principali per individuare una lesione a"rischio". Una nuova metodica diagnostica chiamata microscopia in epiluminescenza (ELM), permette di integrare l'osservazione clinica fornendo un'ulteriore chiave di lettura interpretativa per la diagnosi e prevenzione. Con tale tecnica, il dermatologo può esaminare le micro-strutture dell'epidermide e del derma, la distribuzione del pigmento, l'architettura della lesione pigmentata, la natura della lesione e l'eventuale benignità o malignità della stessa. La lettura assolutamente indolore viene eseguita appoggiando sulla cute l'obiettivo di un microscopio particolare detto dermatoscopio. Il dermatoscopio può essere ottico, con ingrandimento fisso, o utilizzare una telecamera a fibre ottiche collegata ad un computer (videodermatoscopio digitale) ad ingrandimento variabile. In questo caso è possibile riportare l'immagine dermatoscopica del nevo su un monitor ad alta definizione. Attraverso un particolare software, l'immagine del nevo viene memorizzata permettendo nei successivi controlli il confronto con le altre immagini della stessa lesione, valutando così ogni eventuale cambiamento, anche minimo. 


Dermoscopia come atto preventivo

Il progressivo aumento dell’incidenza del melanoma condiziona la ricerca di metodiche che rendano più agevole la diagnosi differenziale tra le lesioni pigmentate di diversa natura. La dermoscopia rappresenta una metodica utile per la diagnosi precoce del melanoma e delle lesioni pigmentate.

Il melanoma, se riconosciuto precocemente, può essere trattato in modo definitivo con un semplice atto chirurgico. Al contrario, in fase più avanzata, la chirurgia e la immuno-chemioterapia, offrono spesso risposte parziali, non riuscendo a condizionare la prognosi.

LA DERMOSCOPIA

La dermoscopia (dermatoscopia o epiluminescenza) è una metodica diagnostica non invasiva, che permette lo studio, in vivo, delle lesioni pigmentate. Questa tecnica consente la valutazione dei caratteri morfologici e strutturali della cute, non altrimenti apprezzabili ad occhio nudo. 

Le strutture pigmentate dell’epidermide sino ed oltre la giunzione dermo-epidermica possono essere osservate con la tecnica dell’epiluminescenza. L’osservazione viene eseguita appoggiando l’obiettivo di un microscopio o di un sistema digitale per l’acquisizione di immagini sulla cute. La lesione cutanea, precedentemente, sarà coperta da un sottile strato di olio da immersione, acqua o alcool. Tale accorgimento consente di rendere translucido lo strato corneo, eliminando la luce riflessa dalla superficie cutanea.

L’epiluminescenza può essere eseguita con un microscopio ottico che fornisce una visione bidimensionale ed un ingrandimento fisso di 10X. Le piccole dimensioni e la maneggevolezza rendono lo strumento adatto all’uso nella pratica ambulatoriale. 

Un ulteriore approccio diagnostico è rappresentato dal videodermatoscopio digitale. Lo strumento è costituito da una telecamera a fibre ottiche ad ingrandimento variabile, collegata ad un computer. Con tale sistema è possibile riportare l’immagine della lesione su uno schermo ad alta definizione. Attraverso un particolare software, l’immagine viene memorizzata, permettendo nei successivi controlli il confronto con altre immagini della stessa lesione, al fine di valutarne la potenziale evoluzione.